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"Quest'opera di Roberta Fabbri è carica di significato, di suoni sottesi, di rimandi impliciti e di una logica interiore che allude ad altrettanti echi dell'animo. Eppure l'autrice s'affida alle sue stesse parole, libere e liberate da ogni artificiosa forma di controllo letterario sul verso. E ciò con la stessa naturalezza dei fiori, di come vengono al mondo e come egualmente si eclissano dalle loro stesse fioriture. È così che l'opera richiama in sé il principio e la fine, in un tentativo fragile, quanto umano, di accostarsi alla vita. A ciò valgono questi delicati versi." (Mattia Leombruno, Presidente Fondazione Mario Luzi)